“L’esposizione a silice cristallina respirabile nei cantieri edili e di ingegneria civile” - Pubblicato l’opuscolo a cura di INAIL e FORMEDIL

Il documento si propone come strumento a supporto dei datori di lavoro per la riduzione del livello di rischio da inalazione di polveri silicotigene in attuazione di quanto previsto dal Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro.

Suggerimento n. 516/105 del 21 novembre 2024


E’ disponibile la pubblicazione dal titolo “L’esposizione a silice cristallina respirabile nei cantieri edili e di ingegneria civile”, strumento utile per supportare i soggetti responsabili della sicurezza nei cantieri (datori di lavoro, coordinatori per la progettazione e per l’esecuzione) nella valutazione e gestione del rischio legato alla silice cristallina respirabile.
L’opuscolo è frutto della collaborazione di INAIL con FORMEDIL e riporta i dati di esposizione a silice cristallina e a polveri respirabili relativi alle mansioni tipiche dell’edilizia e dell’ingegneria civile.

Come noto (v. nostro Suggerimento n. 484/2020) la silice cristallina respirabile è stata inserita nell’elenco degli agenti cancerogeni o mutageni ed è stato fissato in 0,1 mg/m3 il valore limite di esposizione professionale.
E’ pertanto obbligatorio per le imprese edili che effettuano lavori comportanti esposizione a polvere di silice cristallina respirabile generata da demolizioni, operazioni di taglio dei pavimenti, sabbiatura, levigatura, scavo e movimento terra, ecc., dover modificare il documento di valutazione dei rischi, nel paragrafo dedicato agli agenti cancerogeni, nonché la formazione e l’informazione dei lavoratori, l'adozione di specifiche misure di prevenzione e protezione, integrando la sorveglianza sanitaria per il tramite del medico competente ed istituendo il registro di esposizione (on line tramite portale dell’INAIL).

Per assicurare la protezione dei lavoratori dall’esposizione a silice, la valutazione iniziale dei rischi deve essere effettuata prima dell’avvio del cantiere e quindi i piani di sicurezza devono essere operativi prima che possano essere effettuate misurazioni dell’esposizione.

Fra i metodi e le possibili fonti di informazione che consentono una stima preliminare dell’esposizione, la norma UNI EN 689 elenca anche i risultati di misurazioni da processi di lavoro simili (banche dati, letteratura), il confronto con altri luoghi di lavoro, nella stessa impresa o in altre imprese, e la modellazione dell’esposizione.

Successivamente all’apertura del cantiere, la valutazione dei rischi, il piano di sicurezza e coordinamento e il piano operativo di sicurezza potranno essere aggiornati effettuando anche specifiche misurazioni dell’esposizione.

Gli uffici dell’Associazione (che ha attive delle convenzioni con laboratori di analisi per eseguire i campionamenti) e di ESEM-CPT sono a disposizione per fornire il supporto necessario.


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