UNI e la demolizione selettiva: prassi di riferimento UNI/PdR 75:2020

È stata pubblicata il 3 febbraio u.s. sul sito dell’UNI la nuova prassi di riferimento “volontaria” UNI/PdR 75:2020 “Decostruzione selettiva - Metodologia per la decostruzione selettiva e il recupero dei rifiuti in un’ottica di economia circolare”. Diversamente nei CAM edilizia pubblica il piano per il disassemblaggio dei prodotti complessi e la demolizione selettiva dell’opera sono obbligatori.

Importante | Suggerimento n. 117/31 del 3 marzo 2020


Precedenti comunicazioni in materia

Suggerimento n. 245/2017 (CAM Edifici Pubblici)

Suggerimento n. 521/2017 (Aggiornamento CAM Edifici Pubblici)

Suggerimento n. 356/2018 (Rifiuti da demolizione e costruzione – economia circolare)

 

Informiamo le imprese associate che l’UNI ha pubblicato sul proprio sito (https://www.uni.com/)   la nuova prassi di riferimento UNI/PdR 75:2020 avente per oggetto Decostruzione selettiva - Metodologia per la decostruzione  selettiva e il recupero dei rifiuti in un’ottica di economia circolare”.

 La citata prassi di riferimento UNI/PdR 75:2020 non è una norma nazionale bensì un documento che raccoglie prescrizioni relative a prassi condivise dal Tavolo “Decostruzione Selettiva UNI” che è costituito da:

- Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati;

- Provincia di Bolzano;

- Consorzio Riciclatori Alto Adige;

- Consiglio Nazionale Periti Agrari e Periti Agrari Laureati;

- IDM Südtirol Alto Adige;

- Consiglio Nazionale dei Periti Industriali e dei Periti Industriali Laureati;

- Gruppo di Lavoro UNI Sostenibilità in edilizia;

- CONAF – Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali.

La nuova prassi di riferimento UNI/PdR 75:2020 definisce così la “decostruzione selettiva”: “Demolizione attraverso un approccio sistematico il cui obiettivo è di facilitare le operazioni di separazione dei componenti e dei materiali, al fine di pianificare gli interventi di smontaggio ed i costi associati all’intervento e recuperare componenti e materiali il più possibile integri, non danneggiati né contaminati dai materiali adiacenti, per massimizzare il potenziale di riutilizzabilità e/o riciclabilità degli stessi.”

 

DEMOLIZIONE SELETTIVA” (Punto 5.4.3 dell’UNI/PdR 75:2020)

La demolizione selettiva consiste nelle operazioni di separazione in frazioni omogenee, anche tramite l’utilizzo di macchinari e attrezzature, che ha come obiettivo primario la massimizzazione di rifiuto da C&D indirizzato al processo di riuso e riciclo (end of waste). Per il “Progetto di Demolizione Selettiva” vedere punto 6.3 e successivi della UNI/PdR 75:2020.

La citata prassi di riferimento è il risultato della collaborazione tra UNI e RPT (Rete Professioni Tecniche). In pratica definisce una metodologia operativa “volontaria” per la decostruzione selettiva che favorisca il recupero (riciclo e riuso) dei rifiuti derivanti dalla costruzione e demolizione in un’ottica di economia circolare. La metodologia descritta nel documento è orientata alla compatibilità con la gestione digitale del processo e delle informazioni. La prassi di riferimento si completa con l’Appendice A relativa al piano di gestione dei rifiuti di cantiere.

Ricordiamo che tutte le prassi di riferimento sono disponibili per un periodo non superiore a 5 anni, tempo massimo dalla loro pubblicazione entro il quale possono essere trasformate in un documento normativo (UNI, UNI/TS, UNI/TR) oppure devono essere ritirate.

Chiunque ritenesse di poter fornire suggerimenti per un miglioramento della prassi di riferimento UNI/PdR 75:2020 è pregato di inviare i propri contributi all’UNI, Ente Nazionale Italiano di Unificazione, che li terrà in considerazione.

La prassi di riferimento UNI/PdR 75:2020 prende in esame sia gli edifici esistenti (costruito), da ristrutturare o da demolire, sia quelli di nuova realizzazione (nuova costruzione).

Il processo di decostruzione selettiva si suddivide in tre fasi: fase progettuale, fase operativa e fase di aggiornamento del database/elenco consuntivo dei materiali utilizzati nel costruito.

La prassi di riferimento UNI/PdR 75:2020 è scaricabile gratuitamente dal Catalogo online UNI, previa registrazione.

Ricordiamo alle imprese che è stata rinnovata per l’anno 2020 la convenzione siglata da Confindustria e UNI, sottoscritta anche dal sistema ANCE, che consente alle imprese associate ad Assimpredil Ance di attivare, a prezzi molto agevolati, l’abbonamento alla consultazione on-line (sola visualizzazione, senza stampa) di tutte le norme tecniche UNI (vedi Suggerimento n. 91/2020).

 

CAM EDIFICI PUBBLICI

Cogliamo l’occasione per ricordare alle imprese che operano nell’ambito dei lavori pubblici che, ai sensi del punto 2.3.7 dell’Allegato 2 al D.M. 11 ottobre 2017 (c.d. CAM Edifici Pubblici), i progetti degli interventi di nuova costruzione, inclusi gli interventi di demolizione e ricostruzione di “edifici pubblici” devono  prevedere:

- un piano per il disassemblaggio dei prodotti complessi (vedi punto 2.4.1.1 del citato Allegato 2);

- la demolizione selettiva dell'opera a fine vita che permetta il riutilizzo o il riciclo dei materiali, componenti edilizi e degli elementi prefabbricati utilizzati (vedi punto 2.3.7 e 2.5.3 del citato Allegato 2).

Pensando di fare cosa gradita alleghiamo alla presente l’Allegato 2 ai CAM Edifici Pubblici, con evidenziati alcuni punti di interesse per le Imprese e più precisamente dal punto 2.4 (componenti edilizia) fino al punto 2.7.2.5 (oli esausti) che prevedono adempimenti obbligatori a carico delle imprese.

Consigliamo un’attenta lettura delle citate e obbligatorie disposizioni di legge, soprattutto il punto 2.5 “Specifiche tecniche del Cantiere (dal punto 2.5.1 Demolizioni e rimozione dei materiali al punto 2.5.5 Scavi e rinterri).

Vi segnaliamo che nelle “premesse” del Decreto 11 ottobre 2017 (CAM Edifici Pubblici) è disposto quanto segue :

[…] “Inoltre, al fine di agevolare l’attività di verifica da parte delle stazioni appaltanti della conformità alle caratteristiche ambientali richieste, in calce ai criteri, è riportata una «verifica» che riporta le informazioni e la documentazione da allegare in sede di partecipazione alla gara, i mezzi di prova richiesti, e le modalità per effettuare le verifiche in sede di esecuzione contrattuale. Si demanda all’amministrazione aggiudicatrice l’esecuzione di adeguati controlli per verificare il rispetto delle prescrizioni del capitolato che riguardano l’esecuzione contrattuale e, qualora non fosse già propria prassi contrattuale, si suggerisce alla stazione appaltante di collegare l’inadempimento a sanzioni e/o se del caso, alla previsione di risoluzione del contratto.” […].

A titolo esemplificativo ricordiamo alle imprese che operano nell’ambito dei lavori di edifici pubblici che, al fine di ridurre i rischi ambientali, è obbligatorio predisporre un’apposita “Relazione Tecnica Rischi Ambientali” che deve contenere l’individuazione delle possibili criticità ambientali legate all’impatto nell’area di cantiere e alle eventuali emissioni sull’ambiente circostante, con particolare riferimento alle singole tipologie delle lavorazioni.

La “Relazione Tecnica Rischi Ambientali” dovrà pertanto contenere una serie di misure che dovranno essere adottate dall’Impresa (vedi pag. 41 dell’Allegato 2 al D.M. 11 ottobre 2017).

Infine segnaliamo che l’offerente deve dimostrare la rispondenza ai criteri suindicati tramite la documentazione nel seguito specificata:

- relazione tecnica nella quale siano evidenziate le azioni previste per la riduzione dell’impatto ambientale nel rispetto dei criteri;

- piano per il controllo dell’erosione e della sedimentazione per le attività di cantiere;

- piano per la gestione dei rifiuti da cantiere;

- piano per il controllo della qualità dell’aria e dell’inquinamento acustico durante le attività di cantiere.

 


Referenti

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Tags: Ambiente