Rifiuti «end of waste»: regionale la competenza delle autorizzazioni
La Commissione Territorio, Ambiente e Beni Ambientali del Senato ha approvato un importante emendamento che demanda agli “Organismi preposti nelle Regioni” la competenza di decidere come e quando un rifiuto smette di essere tale e, invece che essere destinato allo smaltimento, può essere inserito in un ciclo di produzione come materia prima. L’emendamento sarà inserito nel decreto legge per la tutela del lavoro e crisi aziendali e metterà fine alle criticità venutesi a creare a causa della Sentenza del Consiglio di Stato n. 1229/2018.
Suggerimento n. 475/124 del 4 ottobre 2019
Precedenti comunicazioni in materia
Suggerimento n. 322 e 468/2018
Segnaliamo che i gravi problemi generati dalla Sentenza del Consiglio di Stato n. 1229/2018 a coloro che svolgono le attività di recupero di rifiuti hanno trovato la soluzione grazie a un importante emendamento che assegna agli organismi preposti nelle Regioni la competenza di decidere come e quando un rifiuto smette di essere tale e, invece che essere destinato allo smaltimento, può essere inserito in un ciclo di produzione come materia prima.
L’emendamento, approvato nella 13ª Commissione Ambiente del Senato della Repubblica, sarà inserito nel decreto legge per la tutela del lavoro e crisi aziendali. Sarà quindi nostra cura fornirvi i dettagli delle nuove procedure autorizzative e i riferimenti dei relativi Enti competenti in materia in occasione della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del citato D.L..
La proposta normativa è stata fortemente sollecitata, oltre che da Regione Lombardia, dal nostro sistema associativo, sia a livello nazionale che a livello regionale, raccogliendo un contributo prezioso da parte del sistema territoriale locale.
ANCE è intervenuta il 25/09/u.s., con un’apposita audizione, alla Camera dei Deputati - Commissione VIII° Ambiente, territorio e lavori pubblici - nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla normativa che regola la cessazione della qualifica di rifiuto «end of waste» denunziando al dicastero la grave situazione di incertezza che si è venuta a creare a causa sia della citata Sentenza del Consiglio di Stato sia dell’entrata in vigore della L. 55/2019 che ha modificato il comma 3 dell’art. 184-ter del D.Lgs. 152/2006 “cessazione della qualifica del rifiuto”.
La Regione Lombardia invece, in attesa di un pronunciamento Ministeriale, ha evitato il blocco dell’economia circolare legato alla chiusura delle attività di recupero rifiuti presenti nella nostra regione grazie alle seguenti e puntuali indicazioni fornite alle Province in data 23/09/u.s. (v. anche allegato): | |
- | di non intervenire sui titoli autorizzativi vigenti in modo irreversibile e di non procedere, quindi, per ora, a stralciare le operazioni di recupero già autorizzate e conformi alla norma ai tempi vigente, considerata l’incertezza interpretativa attuale; |
- | che i procedimenti relativi a nuove autorizzazioni o a rinnovi di autorizzazioni vigenti dovranno essere valutati sulla base del nuovo testo dell’art. 184-ter, non potendosi autorizzare cessazioni di qualifica del rifiuto non previste da regolamenti comunitari o da decreti e norme nazionali; |
- | che le indicazioni fornite restano valide fino ad eventuale diversa posizione espressa dal Ministero dell’Ambiente. |
Dette indicazioni regionali hanno consentito, in questo periodo transitorio, di uniformare l’applicazione delle norme relative alla “cessazione della qualifica del rifiuto”, ovvero “end of waste”, e soprattutto evitato che le Province adottassero procedimenti amministrativi per il “riesame delle autorizzazioni rilasciate” (ex art. 7 della legge n. 241/1990).
L'emendamento, oltre a scongiurare il rischio di una procedura di infrazione Ue, ha modificato sostanzialmente la normativa “end of waste”. Il provvedimento era atteso da anni e segna una svolta nell’ambito dell’economia circolare perché, in pratica, ha riconsegnato una volta per tutte agli organismi preposti nelle Regioni la competenza, e quindi la facoltà, di autorizzare la cessazione della qualifica di rifiuto definendone, caso per caso, i criteri.
L'emendamento prevede che il rilascio delle autorizzazioni ad inserire una tipologia di rifiuto nel ciclo produttivo dovranno essere comunicate dagli Enti preposti all'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. L'emendamento stabilisce, inoltre, i tempi in cui tutta la procedura autorizzativa, compreso il nulla osta dell'Ispra, deve avere termine. Questo per dare subito le risposte alle imprese che vogliono avviare le produzioni.
Altra novità importante è la creazione del "registro nazionale", ovvero una banca dati, indispensabile per avere sotto controllo a livello nazionale quanto si sta facendo a livello regionale e anche per poter unificare le procedure.