Direttiva Case Green: i contenuti principali

È entrata in vigore il 28 maggio la Direttiva europea sulla prestazione energetica in edilizia (EPBD) con l’obiettivo è promuovere il miglioramento del rendimento energetico e la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra degli edifici, al fine di raggiungere un parco immobiliare decarbonizzato entro il 2050.

Suggerimento n. 282/37 del 31 maggio 2024


La Direttiva del 24 aprile 2024 n. 2024/1275 è stata pubblicata lo scorso 8 maggio sulla Gazzetta Ufficiale dell’unione Europea (GUUE serie L) ed è entrata in vigore il 28 maggio. A partire da tale data gli Stati membri avranno due anni di tempo per il recepimento (v. Suggerimento n. 246/30 del 15 maggio 2024).

Per arrivare all’obiettivo della neutralità climatica la Direttiva prevede una serie di impegni e scadenze, riepilogate di seguito e approfondite nel Dossier ANCE in allegato.

 

EDIFICI DI NUOVA COSTRUZIONE

Gli edifici di nuova costruzione dovranno essere “a emissioni zero” (ZEB – Zero Emission Building) secondo le seguenti scadenze:

  • dal 1° gennaio 2028, i nuovi edifici di proprietà di enti pubblici;
  • a partire dal 1° gennaio 2030, tutti i nuovi edifici.

 

EDIFICI ESISTENTI

Ciascuno Stato membro dovrà istituire un piano nazionale di ristrutturazione edilizia per garantire la ristrutturazione del parco di edifici residenziali e non residenziali, sia pubblici che privati, con tappe e target intermedi fissati almeno per il 2030, 2035 e 2040.

La direttiva distingue gli impegni di efficientamento energetico tra edifici residenziali e non residenziali:

  • per gli edifici residenziali il consumo medio di energia primaria in kWh/(m²anno) dell'intero parco immobiliare residenziale dovrà diminuire di almeno del 16% entro il 2030 e almeno del 20-22% entro il 2035.

Sarà consentita una sufficiente flessibilità per tenere conto delle circostanze nazionali, ma gli Stati membri sono tenuti a garantire che almeno il 55% della riduzione del consumo medio di energia primaria sia ottenuto attraverso la ristrutturazione degli edifici residenziali con le peggiori prestazioni (ovvero, come da definizione, quelli che rientrano nel 43% di edifici con la più bassa prestazione energetica nel patrimonio edilizio nazionale).

La quantificazione del numero e del mix di edifici residenziali da sottoporre a ristrutturazione sarà effettuata in fase di recepimento nazionale della Direttiva.

  • per gli edifici non residenziali, gli obiettivi di miglioramento sono così stabiliti: entro il 2030 dovrà essere ristrutturato obbligatoriamente il 16% degli edifici non residenziali con le prestazioni energetiche peggiori; entro il 2033 dovrà essere ristrutturato obbligatoriamente il 26% degli edifici non residenziali con le prestazioni energetiche peggiori.

Sia per gli edifici residenziali che per quelli non residenziali, la Direttiva stabilisce una serie di possibili esenzioni dagli obblighi di ristrutturazione (saranno gli Stati membri, in fase di recepimento, a effettuare la scelta). Tra queste, ad esempio, edifici ufficialmente protetti per appartenenza a determinate aree o valore architettonico o storico, edifici residenziali usati meno di quattro mesi all'anno ecc.

 

 

 


Referenti

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