Covid-19 - Situazione test sierologici, "contact tracing" sorveglianza sanitaria: aggiornamenti da Regione e Ministero
La circolare ministeriale e quella della Regione confermano che solo i test validati in ambito pubblico possono essere effettuati. Aggiornamenti anche su rilevazione dei sintomi.
Suggerimento n. 381/87 del 12 maggio 2020
Il Ministero della Salute e la Regione Lombardia hanno emanato due circolari che riguardano i temi medico-sanitari:
- la circolare Ministeriale fa il punto sulle caratteristiche dei test su COVID-19;
- la delibera regionale responsabilizza medici competenti e aziende sulla "sorveglianza e tracciamento" dei casi.
Il rapporto con i medici competenti è importante e le aziende disciplinano gli aspetti medici nel protocollo redatto ai sensi del DPCM 26 aprile 2020, coinvolgendo – come ampiamente consigliato alle imprese - anche il medico competente nel comitato aziendale di adozione e valutazione del proprio protocollo.
Nello specifico, la circolare del 9 maggio 2020 del Ministero della Salute riguarda i test di screening e diagnostici. Il panorama normativo non consente di definire i requisiti minimi dei test diagnostici, ma rispetto ai test sierologici, il Ministero raccomanda alle Autorità sanitarie l’utilizzo di test del tipo CLIA e/o ELISA, per di ridurre il numero di risultati falsi positivi e falsi negativi. Per quanto riguarda, invece, i test rapidi (test eseguiti su sangue capillare), essendo di natura puramente qualitativa, possono solo indicare la presenza o assenza di anticorpi (non vi sono al momento evidenze in relazione alla loro qualità).
La Deliberazione del 7 maggio 2020 di Regione Lombardia riporta un documento tecnico su "attività di sorveglianza". Il documento non “sblocca l’effettuazione dei tamponi e dei test” nelle aziende, ma ha l'obiettivo di facilitare il tracciamento dei casi, responsabilizzando aziende e medici competenti. La nuova procedura riguarda tutti i medici (anche i medici competenti), che devono segnalare tutti i casi, anche se sospetti, utilizzando il Sistema di Segnalazione delle Malattie Infettive (sMAINF), il cui accesso è possibile tramite il sistema Sistema Informativo Socio Sanitario (SISS).
Così come previsto dai protocolli anti COVID-19, per incrementare la sensibilità del sistema di sorveglianza e controllo, è richiamata l'importanza dello screening della temperatura per l’accesso in azienda e la possibilità di raccogliere le segnalazioni da parte dei dipendenti di contatto con casi COVID-19 (così come definito dalla Circolare ministeriale del 20 marzo 2020, che specifica la necessità di considerare i contatti nelle 48 ore precedenti).
Ogni medico, in presenza di un caso sospetto, deve:
- disporre l’isolamento del paziente e dei contatti lavorativi;
- acquisire i dati e le informazioni utili alla segnalazione e all’indagine epidemiologica tra cui: sintomi (specificando febbre >=37,5 °C, tosse, coriza, dispnea, polmonite, affaticamento, anosmia e ageusia diarrea o altro) recapito telefonico ed il domicilio del caso sospetto, i nominativi dei contatti per cui ha disposto l’isolamento domiciliare, comunità coinvolte (luoghi di lavoro, scuola, etc.), altre informazioni utili e rilevanti per la gestione dei casi;
- inviare la segnalazione del caso ad ATS tramite il sistema sMAINF;
- richiedere l’effettuazione dei test diagnostici per la ricerca di RNA virale.
L’ATS attiva, oltre al monitoraggio da parte dei MMG/PLS dei casi e contatti, anche un raccordo telefonico con i medici competenti per l’aggiornamento e verifica della situazione all’interno delle aziende.
Particolare attenzione sarà riservata ai pazienti con fattori di rischio che sono associati a decorsi più aggressivi della patologia COVID-19: età avanzata (>65 anni), neoplasia attiva, ipertensione arteriosa, malattia coronarica, diabete, linfopenia.
A seguito dell’inchiesta, l'ATS segnala/conferma al medico competente (se la richiesta è partita da lui) il "coinvolgimento delle collettività lavorative di loro competenza per le azioni di isolamento" necessarie e un eventuale approfondimento dell’inchiesta epidemiologica ("contact tracing" in ambito lavorativo).