Intervista all'Ing. Mario Stevanin, responsabile Ufficio Protezione Civile del Comune di Monza
La scorsa settimana si è tenuto a Monza l’evento EMERLab 2025. Può farcene una panoramica? Emerlab è una iniziativa che è stata promossa dall’Ufficio Protezione Civile del Comune di Monza per la prima volta nel 2014 e che, a causa del Covid, ha poi avuto un periodo di interruzione fino all’edizione di quest’anno.
La formula è rimasta inalterata: un “contenitore/laboratorio” di iniziative indirizzate a tutti gli operatori, professionisti e volontari, che collaborano al sistema di Protezione Civile nazionale.
All’interno di EMERLab si sono da sempre sviluppate 5 aree:
- La FORMAZIONE del personale è sempre stata il cuore dell’iniziativa: anche quest’anno sono stati infatti organizzati corsi di formazione certificante ai sensi delle normative europee (in particolare quelle sulla sicurezza degli operatori) e seminari informativi su tematiche specifiche del nostro settore;
- I CONVEGNI, che rappresentano il modo in cui le strutture operative del sistema di PC, quelle deputate al coordinamento e le istituzioni possono reciprocamente confrontarsi sui temi di maggior interesse; quest’anno, anche su invito della Prefettura di Monza e della Brianza, abbiamo colto l’occasione di mettere a confronto i gestori delle reti tecnologiche con gli Amministratori locali per spiegare come i primi garantiscono la continuità dei servizi che, da cittadini, diamo ormai per scontati (luce, telefonia, acqua, gas ecc.), salvo accorgerci della loro importanza strategica dopo il verificarsi di una emergenza;
- Le ESERCITAZIONI, all’interno delle quali la parte più operativa del sistema ha modo di affrontare insieme scenari sintetici di intervento. Queste attività hanno un particolare valore nel momento in cui gli operatori provengono da realtà diverse perché, se organizzate per questo, danno modo di conoscersi reciprocamente e condividere le modalità operative che vengono messe in atto a fronte di scenari reali. Quest’anno abbiamo organizzato in particolare 3 esercitazioni: realizzazione di un campo soccorritori, utilizzo di sistemi di svuotamento in ambiente rurale ed in notturna (quindi con la necessità di garantire l’illuminazione dello scenario) ed infine, in collaborazione con la Prefettura di Monza e della Brianza, che ne ha approfittato per testare il proprio piano provinciale, una ricerca di persone scomparse che ha coinvolto oltre 80 operatori guidati dai tecnici specialisti dei Vigili del Fuoco del comando di Monza.
- L’INFORMAZIONE ALLA POPOLAZIONE, che rappresenta uno degli obiettivi principali dell’attività del nostro ufficio: la formazione di una cultura di Protezione Civile passa per una consapevolezza sui rischi ed i comportamenti che necessita di un lavoro continuo e costante, ma ha anche bisogno di momenti “straordinari” come quello proposto dalla mostra Terremoti e strutture con la prova sul Seismulator (simulatore sismico) che, grazie all’impegno di EUCENTRE sostenuto anche dal Dipartimento Nazionale di PC, ha riscosso un notevole successo soprattutto tra i ragazzi delle scuole (alcuni dei quali si sono organizzati al di fuori dell’orario scolastico per poter seguire il percorso proposto);
- L’INNOVAZIONE COMMERCIALE, che quest’anno non abbiamo avuto modo di sviluppare, ma che rappresenta comunque, all’interno del panorama della Protezione Civile, una importante occasione per conoscere le innovazioni tecniche ed operative offerte dal mercato.
Che riflessi ha comportato questa iniziativa sul territorio? Il personale che vive la realtà di Protezione Civile ha conoscenza di quello che rappresenta EMERLab per averla vissuta nel passato. Abbiamo deciso di tornare a sviluppare questo progetto proprio su richiesta di molti che ci chiedevano di dare di nuovo al Sistema di PC una occasione come questa.
Quest’anno abbiamo limitato il coinvolgimento all’ambito della Brianza, ma abbiamo comunque avuto ospiti da tutta la Lombardia: da Lecco, Como, Bergamo, Mantova ecc.
La mostra “terremoti e strutture” è stata una occasione più unica che rara per occuparsi di un tema che solo apparentemente non interessa i brianzoli: a parte gli aspetti più tecnici, sono infatti poche le aree d’Italia che invece non sono soggette al rischio sismico e anche i Monzesi, quando ad esempio vanno in vacanza in una delle tante meravigliose località italiane, si espongono a questo tipo di rischio. Siccome la consapevolezza è la base essenziale per la sicurezza, ci è sembrato opportuno investire su questo tema coinvolgendo anche la popolazione che non vive in aree sismiche.
Quanto è diffusa, a suo parere, la conoscenza di competenze pratiche e teoriche fondamentali per affrontare le situazioni di emergenza? Quali azioni che si possono implementare affinché sempre più persone sappiano far fronte a queste situazioni? Una percentuale abbastanza consistente del nostro lavoro quotidiano è dedicata alla creazione di una coscienza di Protezione Civile tra la popolazione.
Sviluppiamo ormai da quasi 15 anni alcuni progetti che sono inseriti nei piani di offerta formativa di diverse scuole monzesi; svolgiamo abbastanza spesso esercitazioni che coinvolgono anche il territorio (non solo gli operatori, ma anche la popolazione, come a marzo dello scorso anno) e proprio lo scorso anno, per la prima volta, abbiamo organizzato un apposito campo scuola dando seguito ad un invito del Dipartimento nazionale della Protezione Civile, coinvolgendo non solo i ragazzi, ma anche (direi soprattutto) le loro famiglie.
Abbiamo purtroppo imparato che i comportamenti personali spesso fanno la differenza rispetto all’esito di un evento emergenziale: in occasione di eventi critici, ancora troviamo persone che reagiscono istintivamente ed in maniera non razionale in quanto non hanno consapevolezza di ciò che può succedere e soprattutto dei propri limiti di fronte ad eventi che, invece, dimostrano chiaramente la vulnerabilità dell’Uomo di fronte agli elementi.
Ci troviamo in un periodo di forti cambiamenti dal punto di vista della frequenza di accadimento di eventi emergenziali, che impattano con intensità straordinarie su un territorio sempre più antropizzato e sempre più vulnerabile: l’idea di creare delle comunità in grado di reagire adeguatamente alle emergenze (come si dice in gergo tecnico “resilienti”) e che passa per la consapevolezza dei singoli e della necessità di reagire come comunità, ci sembra possa essere l’unica strada da seguire per adeguarsi a questi cambiamenti.
Con i colleghi che si occupano di queste tematiche (anche a livello europeo o mondiale: l’ONU da qualche anno propone l’UNDRR che è un progetto che tratta proprio di questi temi ed a cui partecipa anche il Comune di Monza) ci chiediamo frequentemente se il Sistema di Protezione Civile sia preparato per far fronte a questi cambiamenti. Spesso ci rispondiamo che anche il nostro Sistema si adegua alla società di cui fa parte. E questa, paradossalmente, è sempre meno preparata e quindi, di conseguenza, anche i nostri sistemi faticano a recuperare il gap che si genera per garantire un servizio in grado di garantire la “resilienza” necessaria al proprio territorio.
In realtà credo che ciò che veramente manca sia una politica di lungo periodo che metta “a terra” i principi ormai condivisi dalla comunità scientifica globale e da parte della politica internazionale, ma anche questo aspetto credo sia legato ad una scarsa cultura della sicurezza e di una altrettanto scarsa consapevolezza della complessità del tema e dell’interconnessione tra i comportamenti del singolo e la risposta complessiva della società.
Quando si parla di rischi sismici ed eventi naturali, in quale maniera associazioni come Assimpredil Ance possono collaborare con le istituzioni? Quando abbiamo impostato la declinazione monzese del progetto ONU “Making Cities Resilient”, abbiamo subito deciso di sostituire il termine “città” con “comunità”, intendendo rappresentare così la molteplicità di relazioni che si instaurano internamente ad una realtà come quella monzese.
Nel nostro caso riteniamo che sia proprio questa una caratteristica identitaria di questa città, che esprime la propria laboriosità in maniera proattiva e contemporaneamente in una molteplicità di realtà apparentemente distanti per interessi tra loro.
La stessa persona vive infatti diverse “comunità”, portando il proprio bagaglio di conoscenze ed esperienze e “contaminando” ognuna di queste realtà reciprocamente.
Anche all’interno di Assimpredil Ance credo che le persone portino il proprio vissuto come valore aggiunto ed acquisiscano, dal confronto e dalle proposte dell’associazione, conoscenze e competenze che poi propongono negli altri luoghi che vivono.
In questo senso riteniamo che le associazioni di categoria, ognuna per quanto di propria competenza, possano aiutare a declinare con maggiore efficacia la cultura della Protezione Civile all’interno dei propri associati, sia utilizzando un linguaggio più specifico e quindi più comprensibile, sia creando occasioni di confronto su specifici argomenti che, di base, determinano un interesse reale nei propri associati.