vi segnalo che il prossimo 13 maggio si terrà il terzo dei cinque incontri dell’iniziativa ANChE Donna, dal titolo “Inclusione come valore: riconoscere i pregiudizi, gestirli ed essere più competitivi”, presso la sede di ANCE Cremona nel pomeriggio.
Perché parlare di inclusione femminile nel settore delle costruzioni? Come più volte ho detto, e ne sono profondamente convinta, nelle imprese è vincente la capacità di connessione e integrazione delle competenze, oltre il genere. Ma è anche vero che nascondere o sottovalutare l’esistenza di barriere e pregiudizi nell’inserimento delle donne in alcune funzioni produttive non aiuta a superarle e a rendere più competitive le nostre imprese.
Per questo è importante parlarne e confrontarsi apertamente. L’ incontro del 13 maggio, dedicato proprio al tema del come riconoscere i pregiudizi di genere per superarli, è un momento centrale del percorso che stiamo facendo convinti che, anche nel settore delle costruzioni, uno dei più lenti al cambiamento, ci siano grandi opportunità per innovare la cultura dell’inclusione.
Le nuove tecnologie sono, e saranno sempre di più in futuro, la leva per superare le barriere legate al pregiudizio: la digitalizzazione e le innovazioni legate alla sensoristica, alla robotica e all’intelligenza artificiale incidono profondamente sui modelli produttivi e sull’organizzazione del lavoro. In questo quadro di grande cambiamento dei fattori produttivi le donne possano trovare maggiore inclusione e parità di opportunità.
La prima barriera da abbattere è quella che attribuisce al genere femminile un minore interesse per la formazione tecnica. È un pregiudizio che potrà essere superato anche grazie alla facilità di accesso alle nuove tecnologie formative: penso alle piattaforme digitali di apprendimento che, offrendo un vasto assortimento di corsi online, permettono a chiunque di acquisire competenze tecniche e professionali.
Questo accesso democratizzato alla formazione rappresenta una risorsa fondamentale per chi è tradizionalmente escluso da percorsi formativi di alto livello, ampliando le possibilità di carriera e aumentando anche la rappresentanza femminile in ambiti tradizionalmente appannaggio degli uomini.
La trasformazione digitale ha poi introdotto una maggiore flessibilità nel lavoro, sia in termini di tempo sia di luogo. Le modalità di lavoro da remoto e agile sono fondamentali per consentire alle donne che hanno responsabilità familiari o difficoltà logistiche di gestire al meglio il proprio tempo tra lavoro e vita privata.
In aggiunta, la digitalizzazione favorisce lo sviluppo di reti globali di networking, che hanno un ruolo fondamentale nell’aiutare le donne a crescere professionalmente e a ricoprire posizioni dirigenziali, sebbene ad oggi solo il 32% delle donne occupi un ruolo manageriale (Global Gender Gap 2023, World Economic Forum).
Infine, un grande supporto arriva senza dubbio dall’intelligenza artificiale, che può aiutare a identificare e ridurre i bias insiti nei processi di recruiting e valutazione delle performance, individuando i momenti in cui si verificano discriminazioni e disparità di trattamento. Una ricerca condotta da Accenture ha dimostrato che l’introduzione dell’AI nei processi di selezione aumenta del 30% la probabilità che le donne vengano selezionate per posizioni in settori come finanza e tecnologia.
A questo proposito, giova ricordare che uno degli ostacoli maggiori che impediscono alle donne di accedere a ruoli dirigenziali è la pervasività e la resistenza di stereotipi di genere. Secondo una ricerca ISTAT del 2023, il 23% degli italiani tra i 18 e i 74 anni ritiene che sia l’uomo a dover provvedere alle decisioni economiche.
Questo perché le donne sono spesso percepite come più emotive, meno assertive e più inclini alla cura e alla cooperazione rispetto agli uomini, cui vengono associate caratteristiche come la competitività, l'autorità e la razionalità.
Eppure, sono numerosi gli studi che dimostrano che una maggiore diversità porta benefici anche a livello economico. Una ricerca del Boston Consulting Group ha evidenziato che le aziende in cui almeno il 30% delle posizioni apicali è ricoperto da donne riscontrano un aumento del 15% della redditività. O ancora, secondo il Gender Equality Index 2022 dell'Istituto Europeo per la Parità di Genere, una maggiore uguaglianza di genere potrebbe aumentare il PIL pro capite dell'Unione Europea dal 6,1% al 9,6% entro il 2050.
Ma parlando del settore delle costruzioni, come dimostra l’indagine da noi condotta nel 2023, i pregiudizi principali sono legati all’immagine stereotipata del cantiere e della manualità delle lavorazioni. Non possiamo certo negare che il cantiere sia un luogo difficile e molto complesso, ma le donne hanno ampi spazi di crescita: più del 70% della forza lavoro impiegata nella gestione finanziaria e nella organizzazione è in capo a donne. Anche alcune lavorazioni tecniche vedono una crescita della componente femminile: restauro e finiture hanno sempre più lavoratrici attive.
Con il Gruppo Giovani Imprenditori di Assimpredil Ance, nell’ambito del progetto “Giovani PERCORSI EDILI” di accompagnamento degli studenti e studentesse in visita ai cantieri, abbiamo avvicinato non solo i ragazzi e le ragazze, ma anche le loro famiglie per raccontare di come sta cambiando il settore e di come sia sempre più bello il nostro lavoro.
Noi speriamo che in futuro non si parli più di inclusione delle donne come una mera questione etica, ma che possa essere veramente un obiettivo da perseguire, senza se e senza ma, per una società più giusta, equa e prosperosa, ma anche per imprese più competitive e più resilienti ai cambiamenti, quindi più forti e vincenti nel mercato.