ieri, 27 marzo, presso la sede di Assimpredil Ance, si è tenuto il convegno “La Milano del futuro: un dialogo costruttivo”, un evento a cui abbiamo voluto dare un titolo che ha una doppia valenza. Da un lato, guardare al futuro: al di là della contingenza sicuramente problematica della situazione urbanistica di Milano, è importante riflettere su cosa auspichiamo per il suo futuro. Dall’altro lato, per costruire il futuro di questa nostra Città la via decisiva è quella di parlarne insieme: un dialogo a più voci, da punti di vista diversi, sulla base di competenze diverse, perché il dialogo e il confronto sono, e sono sempre stati, sicuramente vincenti.
Milano sta vivendo un periodo certamente molto complesso e quanto sta accadendo in questi ultimi mesi sta compromettendo l’immagine di una Città dinamica e attrattiva a livello globale.
Da un lato, ha rappresentato e continua a rappresentare un modello per lo sviluppo di politiche per la sostenibilità, l’innovazione, la tutela dell’ambiente, i giovani. Una Città che offre grandissime opportunità grazie soprattutto a un tessuto produttivo vivo e reattivo, oltre che all’essere al centro di un sistema metropolitano in grado di competere a livello internazionale.
Dall’altro lato, un territorio che vede il nostro settore alle prese con tematiche economiche impegnative, alla luce del vistoso aumento dei costi di costruzione e dei costi accessori, collegati anche a un aggravamento serio delle condizioni bancarie, che hanno influito in modo significativo sulle condizioni di fattibilità degli interventi immobiliari, che vanno a ripercuotersi di riflesso sui prezzi di vendita delle abitazioni.
In questo contesto, le recenti indagini avviate dalla Procura milanese hanno bloccato ogni attività, paralizzando di fatto il settore dell’Urbanistica e dell’Edilizia a Milano.
Noi siamo convinti, alla luce delle norme vigenti che dal 2013 applichiamo quotidianamente in tutta Italia, della correttezza dell’operato dei professionisti, dei costruttori e dei funzionari comunali, ma ovviamente lasciamo alle sedi competenti il giudizio definitivo in merito. Il problema, nel mentre, è il tempo e con il tempo anche la situazione di incertezza che così si crea e che nuoce profondamente.
Alla luce di tutto ciò, sappiamo bene quale è stata la posizione assunta dal Comune di Milano. A seguito della delibera di Giunta che ha approvato le Linee di indirizzo per lo sviluppo delle attività amministrative in materia urbanistico-edilizia, le recenti disposizioni di servizio agli Uffici hanno avuto l’effetto, certamente indesiderato, non solo di aumentare la situazione già oggi diffusa di paralisi dell’attività edilizia per il futuro, ma di creare anche gravissime incertezze sui cantieri già in corso o in fase di partenza sulla base di titoli edilizi già efficaci e consolidati.
Queste nuove disposizioni, che sappiamo essere dettate in via temporanea, destano sicuramente profonde preoccupazioni negli operatori e in tutta la filiera delle costruzioni e non possono certamente rappresentare una soluzione alla situazione creatasi a seguito delle indagini della Procura.
Peraltro, e lo abbiamo già dichiarato in altre occasioni, comprendiamo bene le gravi ricadute in termini di responsabilità in capo ai funzionari e ai dirigenti della macchina degli Uffici comunali sia per l’attività istruttoria svolta nel passato che per le valutazioni che dovranno compiere da oggi in poi. E a tutti loro va, naturalmente, la nostra assoluta solidarietà e comprensione.
Le conseguenze di tutto ciò sono presto dette: crisi dei costruttori locali, da sempre operanti sul territorio e storicamente dedicati a realizzare le case anche per il ceto medio lombardo, l’housing sociale, gli studentati; sospensione degli interventi di rigenerazione urbana; blocco dei cantieri e delle relative attività di bonifica ambientale dei terreni; licenziamento di migliaia di operai; dissolvimento di tutta la lunghissima filiera del mondo delle costruzioni.
Senza contare anche la fuga degli investimenti dei Fondi internazionali dall’Italia con l’enorme perdita di opportunità e di attrattività del nostro Paese. Perché, non lo dimentichiamo, questa situazione non è un problema solo di Milano o della Lombardia, ma di tutta l’Italia. Milano è solo l’inizio, poi l’onda lunga paralizzerà inevitabilmente tutto il resto del Paese.
Sono fermamente convinta, e lo ribadirò in ogni sede, che, per il bene di Milano, dei suoi cittadini, dei lavoratori e delle imprese, dei professionisti e degli operatori, del personale dell’Amministrazione Comunale, è assolutamente necessario superare l’attuale momento di incertezza che ha messo in discussione la validità delle regole che, ormai da parecchi anni, presiedono allo svolgimento dell’attività edilizia e immobiliare, non solo nella nostra Città, ma su tutto il territorio nazionale.
Abbiamo solo un’esigenza: l’incertezza sospende ogni attività, blocca l’economia, costringe all’inerzia la macchina amministrativa. Quindi, occorre intervenire al più presto, ognuno per la sua parte.
E più saremo tempestivi a risolvere questo momento, più potremo concretamente operare per costruire quel futuro condiviso che tutti noi auspichiamo.