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PRESIDENZA

Care Colleghe e Cari Colleghi,

la questione ambientale è oggi al centro del dibattito politico e sociale, e il settore delle costruzioni non può sottrarsi a questa sfida.

In un momento storico di grande fermento normativo, che ha visto, da ultimo, l’entrata in vigore del Regolamento End of Waste INERTI, delle disposizioni inerenti all’economia circolare, nonché dei criteri ambientali minimi per l’edilizia e le strade, l’approccio alla progettazione e costruzione sta cambiando forma.

È evidente come l’edilizia possa diventare una leva fondamentale per la sostenibilità, grazie alla sua capacità di incidere in modo significativo sul consumo di risorse e sulla riduzione delle emissioni.

Le nuove norme impongono standard sempre più stringenti e fissano obiettivi di sostenibilità sempre più ambiziosi: dall’uso di materiali riciclati, all’efficienza energetica, fino alla riduzione dei rifiuti da costruzione e demolizione. Questo cambiamento, lungi dall’essere un semplice adeguamento a regole imposte dalla normativa, rappresenta un’opportunità per ripensare il modo di fare edilizia, ossia potenziare l’aspetto ecosostenibile degli edifici e del loro processo costruttivo.

Il ramo delle costruzioni, responsabile a livello europeo, di più del 50% delle materie prime estratte e di circa il 35% dei rifiuti e per questo è considerato un settore “ad alta intensità di risorse”, ed ha ora l’opportunità di invertire questa tendenza. Le imprese che sapranno cogliere questa sfida potranno non solo contribuire attivamente alla riduzione dell’impatto ambientale, ma anche beneficiare di incentivi e nuove opportunità di mercato legate alla finanza sostenibile e ai criteri ESG (Environmental, Social, Governance).

Le tecnologie innovative, come la digitalizzazione e i processi di Building Information Modeling (BIM), sono strumenti essenziali per garantire trasparenza, efficienza e sostenibilità nei progetti. Queste tecnologie consentono una progettazione più accurata, riducono gli sprechi, ottimizzano l’uso delle risorse e permettono una gestione integrata del ciclo di vita degli edifici. Questo è un passo fondamentale per allinearci agli obiettivi di decarbonizzazione e per creare un patrimonio edilizio a impatto zero.

L’edilizia non rappresenta solo una risposta alla domanda abitativa ed infrastrutturale, ma può diventare un motore di sviluppo sostenibile.

In questo contesto, Assimpredil Ance continua a lavorare per accompagnare le imprese nella transizione verso un modello più sostenibile, promuovendo il dialogo tra istituzioni, imprese e comunità locali per una crescita condivisa e rispettosa dell’ambiente.

È nostro compito, come settore e come associazione, guidare questo cambiamento, cogliendo le opportunità offerte dall’economia circolare e dalle nuove normative ambientali per trasformare l’edilizia in un protagonista positivo della transizione ecologica. Solo così potremo costruire un futuro più sostenibile per le generazioni che verranno.

Al netto della suddetta evoluzione normativa, una delle sfide più urgenti cui bisogna far fronte attiene alla sicurezza del territorio di fronte ai cambiamenti climatici. L'aumento di eventi meteorologici estremi impone un intervento mirato e coordinato. Dovremo puntare su infrastrutture resilienti, inquadrare misure per la mitigazione del rischio idrogeologico e investire in soluzioni innovative. La rigenerazione urbana costituisce la chiave di volta per affrontare in maniera integrata il dissesto idrogeologico: riqualificare aree degradate o sottoutilizzate permette non solo di rivitalizzare i centri urbani, ma anche di rafforzarne la capacità di adattamento ai cambiamenti climatici.

L’adozione di soluzioni basate sulla natura – in inglese “Nature-Based Solutions” (NBS) – come il potenziamento delle aree verdi, la de-impermeabilizzazione dei suoli e la creazione di infrastrutture innovative come bacini di accumulo e drenaggi urbani sostenibili, può ridurre notevolmente il rischio di alluvioni e frane, migliorando al contempo la qualità dell’ambiente urbano.

La rigenerazione urbana diventa quindi non solo uno strumento di sviluppo, ma una leva strategica nella lotta contro i rischi idrogeologici.

La collaborazione tra settore pubblico e privato giocherà un ruolo essenziale nella tutela della comunità.

Non possiamo dimenticare infine le tante persone e comunità che oggi vivono situazioni critiche a causa delle alluvioni che hanno colpito il Paese nelle ultime settimane e che purtroppo si registrano con frequenza preoccupante.

La nostra solidarietà va a chi ha perso tanto, e il nostro impegno come settore deve essere quello di lavorare affinché eventi come questi trovino una risposta concreta in infrastrutture più sicure, e sostenibili, per proteggere le persone e i luoghi in cui vivono.


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