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PROTAGONISTI

INTERVISTA ALL'AVV. PROF. SARA VALAGUZZA, ORDINARIA DI DIRITTO AMMINISTRATIVO E DIRETTRICE DEL CONSTRUCTION LAB, UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO

Dal suo punto di vista, come studiosa del settore e avvocato che opera nel construction, quali sono gli aspetti più interessanti di cui gli strumenti giuridici dovrebbero farsi carico nel breve periodo?
Mi pare sia ormai evidente che il settore delle costruzioni rappresenta un pilastro fondamentale dell’economia e della società, essendo responsabile non solo dello sviluppo infrastrutturale ed edilizio del Paese, ma contribuendo, più in generale, alla creazione di valore pubblico per la comunità.
L’analisi socio-ambientale, richiesta per ogni intervento costruttivo di rilievo significativo, ricontestualizza la disciplina del costruire in un territorio ben più ampio di quello tradizionalmente affidato alle norme tecniche e la trasporta in una dimensione etica, simbiotica con le strategie di sviluppo della vita in comune e dei suoi orizzonti a venire.
Il passaggio di qualità appena descritto sta avvenendo grazie alla raccolta e messa a disposizione di una sempre più massiccia quantità di dati e non potrà compiutamente realizzarsi senza la piena digitalizzazione del progetto e senza un’analisi interdisciplinare dei bisogni ai quali si intende rispondere.
Per affrontare al meglio questa sfida qualitativa, occorre tenere conto del fatto che la quasi totalità degli operatori delle costruzioni è, ad oggi, rappresentata dalle Piccole e Medie Imprese. Per favorire pratiche capaci di evitare la formazione di posizioni dominanti delle poche imprese di grosse dimensioni presenti sul mercato e per evitare che i committenti, pubblici e privati, mettano a rischio la sopravvivenza dei propri contraenti imponendo loro rischi eccessivi durante la fase di esecuzione dei lavori, occorre un lavoro innovativo sulle tecniche di selezione degli operatori e sui contratti.
In questo percorso, il ruolo delle Associazioni di imprese è determinante, e lo sarebbe ancora di più se potesse essere “normativo”, cioè se fosse legittimata e proceduralizzata una pratica che riconosce alle Associazioni la possibilità di stabilire “minimi di garanzia” da recepire nelle clausole dei contratti di appalti di lavori, pubblici e privati.
Del resto, iniziative come il Cantiere Impatto Sostenibile, promosse da Assimpredil Ance Milano sono già la comprova di come le Associazioni possano trainare il settore, senza strappi, verso un approccio maggiormente sensibile al contesto in cui gli interventi edilizi si insediano.
All’Università Statale di Milano abbiamo appena costituito un laboratorio per il diritto delle costruzioni, che funzionerà come incubatore di nuove idee, e interlocutore di istituzioni e imprese, per mettere a fattor comune bisogni e prospettive del mercato e della domanda, pubblica e privata.

In che senso i contratti potrebbero promuovere efficacemente le PMI?
A mio parere, uno strumento particolarmente efficace sarebbe la diffusione di accordi collaborativi, ampiamente utilizzati nei sistemi stranieri e con esperienze di successo già anche in Italia.
Si tratta di accordi che accompagnano il contratto di appalto principale creando una rete sinergica che coinvolge, in un’unica piattaforma legale, anche i subappaltatori e i fornitori, per renderli parte attiva nei rapporti con il committente, favorendo sinergie e distribuendo i vantaggi, anche economici, ottenuti grazie ad un approccio proattivo dell’interno gruppo di operatori coinvolti nel successo di un progetto, che valorizza le iniziative comuni a favore di obiettivi condivisi.
La collaborazione, che, in chiave giuridica, non deve limitarsi all’agire nel rispetto della buona fede, si presenta come l’elemento chiave, non solo per affrontare le sfide attuali, ma anche per prepararsi a quelle future; ciò è quanto emerge dalle testimonianze di esperti e professionisti del settore, che sottolineano la necessità di agire in maniera condivisa e sinergica, sia nell’interesse del risultato finale da consegnare al cliente sia allo scopo di proteggere la remuneratività dell’attività di impresa, in rapporti contrattuali equilibrati e non capestro.

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