negli ultimi mesi il nostro settore è stato al centro del dibattito pubblico ed ha vissuto un periodo particolarmente difficile che ancora non ha trovato adeguate risposte alle criticità. A settembre, con la ripresa delle attività, si ripropone una riflessione sulle misure urgenti e le prospettive a breve e medio termine, sull’agenda dei temi prioritari, i rischi e le opportunità nell’immediato futuro.
Ne parleremo durante l’Assemblea Pubblica che si terrà il 23 settembre, presso il Teatro Lirico di Milano, con avvio dei lavori alle 10:00, insieme a molti relatori che con noi metteranno in evidenza le centralità dell’oggi e le prospettive future, con l’orizzonte propositivo al 2050.
È necessario avere una visione per orientarsi nella grande confusione che stiamo vivendo e che nei prossimi giorni ci vedrà impegnati a livello Nazionale, Regionale ma anche locale.
Le previsioni del Centro Studi ANCE per il futuro non sono positive, anche se il primo semestre 2024 è ancora molto dinamico per il nostro settore.
Lo scenario dei prossimi mesi è fortemente condizionato da un mix di fattori: in primo luogo le incertezze sull’avvio di tutti i cantieri previsti dal PNRR in relazione alla disponibilità finanziaria delle Stazioni Appaltanti, si teme che vi sia un rallentamento e l’aumento delle situazioni di stallo legate ai pagamenti delle imprese. Un fenomeno che nel nostro territorio ancora non è esploso ma che viene segnalato in crescita nel resto del Paese. Gravano poi le pesanti incognite legate alla situazione Milano, che inizia a far emergere rallentamenti anche in altri contesti in conseguenza dell’incertezza normativa generata. Terzo grande capitolo riguarda l’efficientamento energetico e sismico che mostra in forma evidente le ricadute dell’esaurirsi della scia del sistema dei bonus con code di mancanza di liquidità che stanno mettendo in ginocchio molte imprese. Gli effetti della direttiva case green non sono ancora scritti e in attesa delle norme italiane questo mercato si è congelato.
Come Assimpredil Ance non possiamo non rilanciare un appello affinché vengano adottate misure più incisive e strutturali per evitare il blocco dei cantieri e l’inevitabile spirale di decrescita dell’economia italiana.
I progressi fatti dal nostro settore richiedono riforme più profonde e un impegno costante da parte di tutti gli attori sociali, una sinergia tra pubblico e privato. La strada verso una stabilità duratura passa attraverso una modernizzazione delle norme edilizie e un sostegno continuo agli investimenti, elementi fondamentali per evitare che le ombre della crisi si trasformino in una realtà difficile da gestire.
Volendo entrare nel dettaglio, ricordo che una delle questioni più importanti da risolvere riguarda l'adeguamento dei prezzi nei lavori pubblici che è stata solo parzialmente affrontata con la proroga delle misure per l'adeguamento prezzi, è stata data una risposta necessaria ma temporanea ad una situazione di volatilità dei costi delle materie prime. Nonostante il sollievo immediato che queste misure possono offrire, sono necessarie soluzioni a lungo termine per garantire una maggiore stabilità nei contratti e nelle previsioni di spesa, essenziali per la sostenibilità delle imprese edili.
Quanto al Decreto Salva Casa è uno strumento utile per affrontare uno dei nodi legati alle piccole difformità, ma non risolve certo i nodi da tempo sempre più stretti in materia urbanistica e edilizia. Il provvedimento è entrato in vigore a luglio 2024, ha introdotto diverse semplificazioni nel Testo Unico dell'Edilizia, ma seppur positive, non sono sufficienti a risolvere le criticità del settore. Le misure contenute nel decreto, infatti, facilitano alcune operazioni edilizie, ma non affrontano i problemi più profondi legati alla commerciabilità degli immobili e alla rigidità delle normative urbanistiche.
Chiudo questo editoriale con un focus su Milano, come avrete letto la questione è rimasta aperta e la paralisi dei progetti immobiliari aumenta giorno dopo giorno. Un blocco che non riguarda solo i progetti oggetto di provvedimenti specifici ma che trascina tutto il mercato delle costruzioni della nostra città. Infatti, gli effetti sulla funzionalità amministrativa del Comune sono dirompenti e insieme alla preoccupazione sulle ricadute nel tempo che la nostra città dovrà affrontare per recuperare capacità attrattiva e affidabilità, negli operatori cresce lo smarrimento sull’oggi, sull’operatività quotidiana , di fatto ferma. Una vicenda che non riguarda solo Milano e per questo ANCE Nazionale ha chiesto interventi immediati al Governo, non solo per “salvare Milano” ma per evitare che l’incertezza penalizzi tutto il settore. La Presidente Federica Brancaccio ha sottolineato più volte come il decreto "Salva Milano" debba essere solo un punto di partenza per garantire un quadro normativo più chiaro e stabile, che possa attrarre investimenti e garantire lo sviluppo sostenibile delle città italiane.
C’è consapevolezza da parte del Governo e delle istituzioni sull’urgenza della questione e per questo confidiamo che a breve si possa giungere a un provvedimento chiaro e risolutivo, indispensabile per evitare che il blocco sia irreversibile per anni, perché non abbiamo certo dimenticato che per più di 10 anni fino al 2018 il settore ha subito una delle peggiori crisi dal dopoguerra con oltre 600 mila lavoratori espulsi, migliaia di imprese fallite e il PIL del nostro paese che non cresceva.
L’effetto positivo sull’economia del settore delle costruzioni è oggettivo, spero non si perda di vista questa riflessione nella definizione delle strategie di sviluppo del paese per il futuro.