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SICUREZZA

L'ITALIA E RISCHIO SISMICO: QUALI POLITICHE ADOTTARE PER LA PREVENZIONE E SICUREZZA SISMICA DELLE STRUTTURE

Il 2 luglio 2024, durante il 18° WCEE (World Conference on Earthquake Engineering), si è tenuta la tavola rotonda "L’Italia e rischio sismico: quali politiche adottare per la prevenzione e sicurezza sismica delle strutture" a cui ha preso parte Virginio Trivella, consigliere di Assimpredil Ance, che ha esposto la situazione e le strategie di prevenzione sismica in Italia.

Il nostro Paese presenta un elevato rischio sismico, accentuato dalla vulnerabilità del patrimonio edilizio. È cruciale quindi mettere in sicurezza il territorio e gli edifici, pubblici e privati.

Dal 2003, il quadro normativo italiano ha identificato edifici "strategici" e "sensibili", delimitato le zone sismiche su base probabilistica e stabilito per esse diverse classi di rischio. Per gli edifici pubblici e le infrastrutture, almeno localmente si sono iniziati a stabilire anche criteri per l'assegnazione dei fondi, ad esempio in Lombardia con la D.G.R. 6120 del 2022.

Nel settore privato, il monitoraggio e la pianificazione sono meno sviluppati, ma iniziative locali come quella di Milano, che richiede la Certificazione di Idoneità Statica per edifici di oltre 50 anni, sono esempi di buone pratiche.

Nell’affinamento degli strumenti e delle metodologie rimane ancora molto da fare. È essenziale evitare l'illusione di "missione compiuta" che potrebbe insorgere con l’avvenuta stesura dell'elenco delle priorità d’intervento: la messa in sicurezza deve essere pianificata e finanziata a lungo termine. Bisogna inoltre intervenire anche nelle zone sismiche meno a rischio, poiché anche in quei contesti possono verificarsi terremoti dannosi, come dimostrato dal sisma dell'Emilia-Romagna del 2012. L'individuazione degli interventi necessari è complessa a causa delle incertezze normative, che variano tra diverse amministrazioni locali. Una soluzione dovrebbe essere trovata a livello nazionale e incorporata possibilmente nelle NTC, ma nelle more di ciò, sarebbe auspicabile l'istituzione di un comitato tecnico per uniformare le interpretazioni normative almeno a livello regionale.

Ma il problema cruciale è il finanziamento: i fondi del PNRR, sebbene significativi, sono una tantum e non sufficienti, e il Sismabonus, pur utile, è stato depotenziato. È necessario un piano con risorse stabili e un sistema di incentivazione mirato agli interventi prioritari, capace di stimolare sufficientemente l’adeguamento del patrimonio immobiliare, in grado di permettere gli interventi anche ai proprietari di basso censo.

All'ottimizzazione delle risorse che verranno messe a disposizione e al raggiungimento di benefici di lungo termine può concorrere la ricerca di una maggiore sinergia tra sicurezza, sostenibilità e digitalizzazione. Ciò potrà avvenire coordinando interventi di sicurezza sismica e miglioramento energetico, utilizzando tecnologie come il BIM e la sensoristica IoT per una progettazione dettagliata e una gestione accurata dei cantieri. In quest’ottica, le imprese di costruzione devono essere preparate e qualificate per gestire interventi complessi.

In conclusione, è essenziale che il quadro normativo e finanziario sia chiaro e stabile per permettere alle imprese di operare efficacemente, garantendo così una maggiore sicurezza sismica e sostenibilità del patrimonio edilizio italiano.

Nicola Bertagnolli e Alessandra Zanni - Assimpredil Ance

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