il 27 maggio scorso abbiamo inaugurato la Scuola edile realizzata dentro il Carcere di Opera: ha tagliato il nastro ilSottosegretario di Stato alla Giustizia, Andrea Ostellari, insieme ai sottoscrittori del Protocollo firmato con l’Amministrazione penitenziaria di Opera, le Organizzazioni sindacali, ESEM-CPT, Umana e Fondazione Don Gino Rigoldi.
In questo laboratorio di 170 mq, realizzato e gestito da ESEM-CPT, si terranno cicli di formazione edile intramuraria volti a favorire l’inserimento lavorativo di persone in stato di detenzione autorizzate al lavoro extra murario, con l’obiettivo di sviluppare un'attività formativa costante, partendo dalla figura del manovale, ma non escludendo di poter innescare, nel tempo, meccanismi di valorizzazione delle diverse competenze già presenti tra i carcerati interessati al lavoro nel settore delle costruzioni.
Questa inaugurazione è una tappa importante del percorso che un anno fa abbiamo avviato con Don Gino, il Direttore del Carcere e tutti i soggetti sottoscrittori.
Quando siamo partiti con il progetto, l’idea era di trovare una risposta unica a bisogni differenti: da un lato il settore delle costruzioni aveva un bisogno fortissimo di manodopera, dall’altro c’era un’opportunità da cogliere per un reinserimento dignitoso nel lavoro.
E’ stato un lavoro lungo, impegnativo e certe volte, lo ammetto, anche scoraggiante perché abbiamo voluto seguire tutto il percorso: dal convincere i carcerati che era una vera occasione per la loro vita alla selezione dei candidati, dalla ricerca del posto di lavoro alla formazione sino ad arrivare all’inserimento nel cantiere e nelle squadre operative.
C’è ancora tanta strada da fare per abbattere i pregiudizi e le paure da parte delle persone in genere, ma c’è anche un’umanità meravigliosa disposta a mettersi in gioco per uno scopo sociale: oltre alla squadra dei sottoscrittori, penso agli imprenditori, agli impiegati e agli operai che hanno accolto questi “uomini” nel loro lavorare quotidiano.
L’esperienza che abbiamo fatto e stiamo ancora gestendo, per l’inserimento delle prime 9 persone nelle nostre imprese, ci ha insegnato, infatti, che è fondamentale accompagnare nella quotidianità il ritorno al lavoro del carcerato.
Non è sufficiente occuparsi del solo lato organizzativo del lavoro, bisogna occuparsi anche dell’uomo e delle sue fragilità e difficoltà.
Per questo, stiamo attrezzando un servizio di affiancamento strutturato e qualificato, con persone in grado di superare le barriere e rendere fattibile il reinserimento.
Io credo che ai nostri imprenditori, quelli che hanno accettato la sfida, vada riconosciuto il merito di aver messo il cuore nella accoglienza oltre che il tempo per gestire i tanti problemi che si sono presentati.
È questo il volto del fare impresa sostenibilmente di cui parliamo tanto negli eventi, ma che in questi mesi ho potuto vedere concretizzato nelle azioni, a volte quasi da buon padre di famiglia, che i miei colleghi hanno fatto giorno dopo giorno, fuori dai riflettori, ma dentro la determinazione di raggiungere l’obiettivo.
Regina De Albertis
Qui le foto dell’inaugurazione e la rassegna stampa che, insieme ai servizi in onda sui TG locali e sul web (ad esempio: TGR Lombardia; Milano Pavia TV), ha dato risalto all’iniziativa.