L’Agenzia delle Entrate, con Risposta n. 302 del 4 dicembre 2025, è intervenuta a precisare il corretto trattamento fiscale dei rimborsi spese erogati ai dipendenti per l’utilizzo del taxi il cui pagamento avviene in contanti.

Nella risposta sopra citata l’Amministrazione finanziaria ricorda, innanzitutto, che costituiscono reddito di lavoro dipendente tutte le somme ed i valori in genere, a qualunque titolo percepiti nel periodo di imposta, anche sotto forma di erogazioni liberali, in relazione al rapporto di lavoro, compresi i rimborsi spesa, salve alcune tassative deroghe.

Al riguardo si evidenzia che, a seguito delle novità introdotte con la Legge di Bilancio 2025 (vedi ns. Suggerimento n. 7/2 dell’8 gennaio 2025), i rimborsi delle spese per vitto, alloggio, viaggio e trasporto effettuati mediante autoservizi pubblici non di linea, come taxi o servizi di noleggio con conducente, non concorrono a formare il reddito di lavoro dipendente solo se effettuati con metodi tracciabili, cioè con versamento bancario o postale o mediante altri sistemi di pagamento come carte di debito, di credito e prepagate, assegni bancari e circolari; in caso contrario di pagamento in contanti, il rimborso al dipendente in trasferta dovrà essere assoggettato a tassazione e contribuzione ordinaria. Allo stesso modo, il datore di lavoro potrà dedurre i relativi costi solo se dispone della prova del pagamento con strumento tracciabile.

Pertanto, alla luce di quanto sopra, l’effettuazione dei pagamenti con strumenti tracciabili è condizione necessaria affinché i rimborsi di spese, sostenute nel territorio dello Stato, non concorrano alla formazione del reddito di lavoro dipendente. Se invece il pagamento delle spese avviene senza strumenti tracciabili, come nel caso specifico ove il dipendente ha effettuato il pagamento del taxi in contanti, il rimborso di queste somme sarà soggetto a tassazione e contribuzione ordinaria.