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PROTAGONISTI

Intervista al Dr. de Chadarevian,
Responsabile Buone Pratiche del Gruppo di lavoro ASviS Goal 11

Dr. de Chadarevian, può brevemente illustrarci gli obiettivi di ASviS e in particolare quelli relativi al Goal 11?
L’obiettivo principale dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) è promuovere l’attuazione dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite nel nostro Paese, con particolare attenzione all’integrazione delle politiche economiche, sociali e ambientali. In questo quadro, il Goal 11 “Città e comunità sostenibili” è cruciale per rendere gli insediamenti urbani inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili. Sul tema c’è però ancora molto da fare. L’analisi contenuta all’interno dell’ultimo Rapporto ASviS ci dice che tra il 2010 e il 2022 poco è cambiato. Da un lato, si è registrata una riduzione della percentuale di famiglie con difficoltà di accesso ai servizi essenziali (-2,3 punti percentuali) e un calo significativo dei feriti in incidenti stradali (-13 ogni 10mila abitanti). Dall’altro, però, preoccupano il calo dell’uso del trasporto pubblico (-1,8 punti percentuali), la riduzione dell’offerta di posti (-3,4%) e l’aumento dell’abusivismo edilizio (+2,9 punti). La mobilità attiva, tra cui l’uso della bicicletta e la micromobilità elettrica, rimane su livelli bassi da oltre 20 anni (intorno al 3-4%), con un trend in peggioramento. Senza dimenticare i problemi legati all’inquinamento atmosferico: considerando i nuovi obiettivi europei al 2030, il 69% delle città italiane risulterebbe non conforme ai limiti per il PM10, l’84% per il PM2.5 e il 50% per il biossido di azoto (NO2).
Per affrontare queste sfide, servono interventi strutturali e urgenti: bisogna per esempio dare attuazione al Comitato interministeriale per le politiche urbane (Cipu), recepire il Regolamento europeo sul ripristino della natura, rilanciare l’Agenda urbana nazionale per la mobilità sostenibile, rafforzare la Strategia nazionale per le aree interne e intensificare le misure di prevenzione del rischio idrogeologico. Solo così potremo trasformare le città italiane in luoghi più vivibili, inclusivi e sostenibili per tutte e tutti.
 
Lo scorso maggio, Assimpredil Ance ha ricevuto l’Attestato di buona pratica territoriale per un Italia più sostenibile 2024 – ASviS, per l’iniziativa “Codice di condotta volontario Cantiere Impatto Sostenibile” (CIS). Cosa significa questo riconoscimento per la nostra Associazione e per il progetto?
Il riconoscimento per questo progetto riflette sia le modalità con le quali l’iniziativa è stata impostata, attivando un partenariato ampio, dando al progetto un orizzonte temporale significativo (2022 – 2030), sia per la visione alla base ovvero che “un modello di impresa basato sui principi della sostenibilità è un modello più competitivo sul mercato oltre che innovativo”. Il nostro augurio è che anche l’ambizione di Assimpredil Ance di fare evolvere la piattaforma CIS in uno standard applicato in tutto il paese possa essere conseguito e che gli impatti positivi generati contribuiranno a risultati significativi. Parte del DNA e della missione dell’ASviS è di confrontarsi con risultati misurabili e dati scientifici…in quest’ottica sarebbe auspicabile disporre nel tempo anche di dati aggregati dei benefici ambientali, sociali ed economici generati con il supporto del CIS.
 
A che punto si trova l’Italia in termini di sostenibilità rispetto agli Obiettivi 2030? Quali le azioni più urgenti da implementare?
Il Rapporto ASviS 2024, di cui si parlava prima, evidenzia un quadro preoccupante. Nonostante gli impegni presi, il nostro Paese sta affrontando notevoli difficoltà nel percorrere il cammino verso l’Agenda 2030, ostacolato da ritardi sistemici, politiche inadeguate e crisi ricorrenti. Tra il 2010 e il 2023, l’Italia ha registrato un peggioramento su cinque Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs): lotta alla povertà, riduzione delle disuguaglianze, qualità degli ecosistemi terrestri, giustizia e istituzioni solide, e partnership globali. I dati più allarmanti riguardano la povertà, con 5,7 milioni di persone che vivono in povertà assoluta e circa il 22,8% della popolazione a rischio di esclusione sociale. La disuguaglianza economica ha poi raggiunto livelli critici, con il 5% delle famiglie più ricche che detiene metà della ricchezza nazionale, mentre la metà più povera possiede solo l’8%. Questo divario richiede interventi urgenti per garantire una redistribuzione equa delle risorse, in particolare in settori chiave come l’istruzione, l’occupazione giovanile e la tutela della salute. Sul piano ambientale, invece, l'Italia continua ad avere un rapporto complicato con i propri ecosistemi.  Mentre il nostro Paese subisce gli effetti della crisi climatica - le temperature stanno aumentando a un ritmo doppio rispetto alla media globale -, continuiamo a consumare suolo e non garantire la sicurezza idrogeologica del territorio.
Per invertire queste tendenze, il Rapporto propone una serie di azioni sistemiche e specifiche. Tra queste, è fondamentale attuare la Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile 2022, che purtroppo è stata dimenticata dopo la sua approvazione. Inoltre, è necessario che il governo adotti un Programma per la coerenza delle politiche volto a raggiungere gli SDGs. Tra le misure più urgenti, il Rapporto suggerisce l'adozione di una Legge sul Clima, che favorisca l’adozione di energie rinnovabili e l’eliminazione progressiva dei combustibili fossili. In sostanza, non si tratta solo di adempiere agli obblighi europei, ma di costruire una visione a lungo termine che garantisca anche la giustizia intergenerazionale, tutelando le future generazioni.
 
Per raggiungere gli Obiettivi 2030, quanto è importante il lavoro di squadra tra istituzioni, imprese e associazioni?
È fondamentale. L’Agenda 2030 non può essere realizzata solo da un singolo attore. Servono infatti responsabilità condivise e obiettivi da realizzare. In questo, le istituzioni devono fare la loro parte guidando il cambiamento con coerenza, e stabilendo una visione comune. Tuttavia, senza il contributo attivo delle imprese, capaci di innovare e di riorientare i propri modelli verso la sostenibilità, e senza il ruolo di stimolo, proposta e controllo esercitato dalla società civile, non riusciremo a trasformare davvero il nostro sistema. In sostanza, il lavoro di squadra, che poi a livello globale si traduce in un approccio multilaterale, non è una formula retorica ma la condizione necessaria per affrontare la complessità delle sfide che abbiamo davanti. Ecco perché dobbiamo rafforzare i meccanismi di cooperazione tra tutti gli attori, valorizzando le buone pratiche già in atto e superando tutte quelle barriere che ostacolano l’azione comune.
 

Lancio e invito a partecipare alla Call ASviS per buone pratiche dei territori 2025
 
Colgo l’occasione per invitare tutte e tutti a partecipare alla Call buone pratiche dei territori 2025 - ASviS. In sintesi, l'obiettivo della Call è di dare un contributo concreto alla visibilità, diffusione e replica di buone pratiche per lo sviluppo di città e comunità sostenibili. Naturalmente si fa riferimento a iniziative che sono mirate a impattare positivamente uno o più dei 17 Goal dell'Agenda 2030 con particolare attenzione al Goal 11 - Città e comunità sostenibili. La Call buone pratiche è aperta ad ogni tipo di organizzazione, per iniziative già realizzate che generano impatti positivi in tutti gli ambiti (città, aree interne, montagna, boschi, parchi urbani e non, ...). 
Tutte le candidature ritenute meritevoli dalla Commissione riceveranno un attestato dell’ASviS e saranno inoltre valorizzate in un documento - “Le Buone Pratiche dei territori 2025/2026”.
 
Di seguito il link al documento recentemente pubblicato  Buone Pratiche dei Territori 2024/2025 – che comprende anche un’analisi complessiva - disponibile (gratuitamente) sul sito dell’ASviS.  
Buona lettura!
https://asvis.it/public/asvis2/files/Pubblicazioni/Buone_Pratiche_Territoriali_2024.pdf
 

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