come sicuramente saprete, nei giorni scorsi ANCE insieme alla filiera delle costruzioni ha lanciato la campagna “Noi che veniamo da lontano”, sotto il logo Filiera Fondamentale.
L’obiettivo è valorizzare la forza e la cultura del nostro settore, vero cuore pulsante dell’economia italiana, con una produzione complessiva di 624 miliardi e oltre 3 milioni di addetti ai lavori. Lo spot è trasmesso su tutte le principali reti televisive e radiofoniche, ed è disponibile su YouTube a questo link.
Alla campagna è affiancata un’indagine molto interessante che restituisce una panoramica esaustiva della percezione che gli italiani hanno del nostro settore. Il report, accessibile a tutti sul sito https://www.filierafondamentale.it/, contiene dei dati che vorrei condividere e commentare con voi.
L’84,1% degli intervistati ritiene importante che il nostro settore si impegni in progetti a impatto sociale: è un dato confortante, che conferma che le priorità definite durante il mio primo mandato sono incanalate nella giusta direzione. Tra queste, vorrei rimarcarne tre: la battaglia per il lavoro regolare e la sicurezza, la valorizzazione dei giovani e l’attenzione verso azioni di inclusione sociale.
Il tema della regolarità contrattuale è quanto mai attuale. L’81,8% degli italiani intervistati ritiene che ci sia poco controllo sulle politiche contrattuali del settore. Per questa ragione è del tutto incomprensibile ed inopportuna la scelta operata dal legislatore con il recente decreto Correttivo al Codice degli appalti pubblici, che non sembra valorizzare adeguatamente la tutela rafforzata offerta dalla bilateralità e dalla Cassa Edile. Come ribadito dalla Presidente Brancaccio, va sventato qualsiasi tentativo di allargare le maglie e dare quindi spazio a nuovi contratti al ribasso. Se questa norma non dovesse essere ripristinata, le tutele dei lavori potrebbero ricadere in mano a soggetti privati che non hanno le caratteristiche della mutualità. Il tema dell’equivalenza contrattuale è fondamentale e non si può assolutamente prescindere dal sistema della bilateralità.
In particolare, da un sistema che da più di 100 anni porta valore alla crescita del settore alzando la qualità del lavoro di milioni di lavoratori edili, offrendo prestazioni primarie per la salute e il benessere di chi opera nel perimetro applicativo del nostro CCNL e CCPL dell’edilizia.
Un altro aspetto su cui mi preme insistere riguarda i giovani. Il 60,7% degli intervistati ritiene che il cantiere edile possa essere un ambiente di lavoro attrattivo per le nuove generazioni. Una buona notizia che purtroppo contrasta con quanto quotidianamente rileviamo in termini di scarsa attrattività dell’edilizia per i giovani.
Per questo, negli ultimi anni abbiamo investito in questi anni per migliorare la nostra offerta formativa e oggi abbiamo un sistema veramente efficiente ed efficace.
Per i ragazzi dai 14 ai 18 anni l’Istituto Carlo Bazzi è una eccellenza riconosciuta anche a livello europeo e a breve partirà anche l’Academy dentro ESEM CPT per i giovanissimi che sono avviati al lavoro.
Per chi già lavora, la nostra Scuola Edile offre una ampia gamma di strumenti di aggiornamento professionale e di formazione alla prevenzione del rischio.
Concludo menzionando anche la Fondazione Cantieri dell’Arte, che ormai ha una rete formativa ITS regionale e cresce ogni anno con nuove edizioni di corsi fortemente orientati all’uso delle nuove tecnologie e materiali.
Ma non mancano le azioni di inclusione lavorativa delle fasce sociali cosiddette deboli, con azioni concrete e tangibili. Il 27 maggio dello scorso anno abbiamo inaugurato la Scuola edile all’interno del Carcere di Opera, che ci ha permesso sia di rispondere al forte bisogno di manodopera del nostro settore ma, prioritariamente, di avviare un reinserimento dignitoso nel mondo del lavoro di persone fragili e in difficoltà. Inoltre, abbiamo concluso con successo la prima parte del progetto formativo e di inserimento lavorativo dedicato a un gruppo di migranti richiedenti asilo della provincia di Monza e della Brianza, provenienti da Burkina Faso, Marocco, Nigeria e Pakistan.
Ho citato solo due azioni dell’impegno sociale di Assimpredil Ance che ha visto decine di imprese rispondere e partecipare mettendosi direttamente in gioco per dare concrete risposte.
Concludo queste mie considerazioni parlando di mercato e di quello che a tutti è ormai noto in merito al rallentamento dell’andamento degli investimenti del settore.
In particolare, auspico che si esca presto dal “tunnel di stallo” in cui siamo e che si possa ritornare a lavorare superando questa pesante situazione che sta mettendo a rischio decine di posti di lavoro a Milano e non solo.