Il terzo panel è stato dedicato al tema “PNRR e partenariato pubblico-privato” introdotto e coordinato da Paolo Riva - Vice Presidente Assimpredil Ance.
Sono intervenuti:
Claudio Sgaraglia - Prefetto di Milano
Veronica Vecchi - Docente Business Government Relations - SDA Bocconi
Di seguito, l’intervento introduttivo del Vice Presidente Paolo Riva.
Dall’analisi degli aggiornati Open Data di Italia Domani, il portale ufficiale dedicato al PNRR (https://www.italiadomani.gov.it/content/sogei-ng/it/it/home.html), emerge che circa il 53% della spesa complessiva del PNRR riguarda interventi di interesse per il settore delle costruzioni (esclusi gli interventi previsti nel Piano Complementare e quelli usciti a seguito della revisione).
Il mercato attuale e quello del futuro prossimo risentono inevitabilmente dell’effetto PNRR, anzi proprio il triennio 2024-2026 vede il massimo coinvolgimento delle imprese di costruzioni. Come ha messo in evidenza la Presidente, la ristrettezza dei tempi per eseguire una così rilevante mole di lavori genera preoccupazione non solo tra gli appaltatori e le stazioni appaltanti direttamente coinvolte, ma per l’intero Paese.
L’auspicio è quello che in questa fase così complicata possa essere applicato il principio della fiducia e del massimo risultato, su cui si incentra il nuovo Codice e che si possa quindi dar corso ad una reale sinergia, alla collaborazione tra pubblico e privato mettendo da parte la logica di contrapposizioni che spesso caratterizza i rapporti tra committente e appaltatore. Tutti dobbiamo remare nella stessa direzione.
Ma come sta andando il PNRR? Per comprendere il reale stato di avanzamento del PNRR, è strategico poter monitorare l’effettiva evoluzione della fase realizzativa dei cantieri. A questo obiettivo si è dedicato anche il sistema associativo: ANCE ha attivato una collaborazione con il sistema delle Casse Edili (CNCE), per l’accesso ai dati sui cantieri, raccolti attraverso la banca dati CNCE_Edilconnect, attiva ai fini della congruità della manodopera.
I dati di CNCE_Edilconnect consentono di valutare l’avanzamento degli investimenti, fornendo dettagli sullo stato dei cantieri, come le date di apertura e chiusura dei lavori, la manodopera effettiva, la tipologia di lavorazioni, il numero delle imprese e degli operai coinvolti. Si tratta di informazioni importanti, e del tutto inedite, che consentono di fare una fotografia puntuale sullo stato di ogni singolo intervento PNRR, colmando un vuoto informativo, al momento ancora presente, sulla fase esecutiva dei lavori.
Dall’analisi è emerso un elemento molto significativo, ovvero che dai dati CNCE_EdilConnect risultano più cantieri aperti rispetto alle rilevazioni delle banche dati ufficiali (Regis e ANAC).
Dall’incrocio dei CIG PNRR con la banca dati CNCE_Edilconnect è emerso che circa il 38% dei cantieri PNRR considerati risulta attualmente aperto o concluso (circa 13.916). Il risultato confermerebbe la buona performance del settore delle costruzioni nel contesto dell'attuazione del PNRR. L'apertura dei cantieri procede in modo differenziato a livello territoriale: nel Mezzogiorno, solo il 33% dei cantieri è stato avviato, un dato inferiore rispetto al 42% del Nord e al 40% del Centro. L’importanza del PNRR, anche per i territori, è da tempo conclamata e per questo è stata attivata presso le Prefetture una cabina di coordinamento per l’attuazione degli interventi del PNRR.
Il mercato pubblico già nel primo semestre del 2024 conferma un netto ridimensionamento della domanda dopo i livelli eccezionali raggiunti nel biennio precedente.
Il PNRR, principale motore di tale espansione, già dalla seconda metà del 2023, ha infatti esaurito la fase di gara/aggiudicazione, entrando - come detto - in quella successiva, che riguarda l’esecuzione delle opere previste.
In particolare, il monitoraggio ANCE-Infoplus sulle gare di lavori pubblicate segnala come nel complesso, il primo semestre 2024 registri una preoccupante flessione del -44,5% nel numero di gare bandite, che sfiora il -60% nel caso degli importi. I livelli nell’anno in corso stanno progressivamente tornando su consistenze “meno eccezionali” di quelle riscontrate nei due anni precedenti, risultando di poco superiori a quelle riferite agli stessi periodi degli anni 2019-2021.
La paventata prospettiva di una riduzione degli investimenti anche nel 2025, 2026 e soprattutto negli anni successivi è stimolo ad indagare - ormai senza indugio - forme nuove di collaborazione pubblico-privato. Mi riferisco a tutte le forme di Partenariato Pubblico Privato.
Le potenzialità di questi strumenti sono palesi: la Pubblica Amministrazione ha la possibilità di investire in un numero maggiore di progetti, non dovendosi addossare il rischio dell’opera, dando così una spinta all’economia senza esporsi più del necessario. Mentre i privati hanno la possibilità di non essere semplici esecutori di un’opera già progettata, bensì si pongono come controparte contrattuale tendenzialmente paritaria, svolgendo in pienezza il ruolo di imprenditori che organizzano i fattori produttivi nel loro complesso, comprendendo anche quelli finanziari ed economici. La collaborazione tra pubblico e privato può realmente generare una nuova e più aggiornata strategia di crescita, consentendo un efficiente sviluppo dei territori anche in assenza di investimenti pubblici, e consentendo altresì alle imprese di evolvere verso modelli più dinamici e innovativi.