Test sierologici sul posto di lavoro: i chiarimenti del Garante

Covid-19, test sierologici sul posto di lavoro: il Garante privacy chiarisce che il datore di lavoro non può effettuare direttamente esami diagnostici sui dipendenti.

Suggerimento n. 400/60 del 18 maggio 2020


Il Garante, mediante la pubblicazione di due FAQ sul sito www.garanteprivacy.it, ha chiarito i presupposti per l’effettuazione dei test sierologici per il Covid-19 sul posto di lavoro. In particolare, ha specificato, che, nell’ambito del sistema di prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro o di protocolli di sicurezza anti-contagio, il datore di lavoro può richiedere ai propri dipendenti di effettuare test sierologici solo se disposto dal medico competente o da altro professionista sanitario in base alle norme relative all'emergenza epidemiologica. Solo il medico del lavoro infatti, nell’ambito della sorveglianza sanitaria, può stabilire la necessità di particolari esami clinici e biologici, nonché suggerire l’adozione di mezzi diagnostici.

Nelle FAQ viene anche precisato che le informazioni relative alla diagnosi o all’anamnesi familiare del lavoratore non possono essere trattate dal datore di lavoro (ad esempio, mediante la consultazione dei referti o degli esiti degli esami). Il datore di lavoro deve, invece, trattare i dati relativi al giudizio di idoneità del lavoratore alla mansione svolta e alle eventuali prescrizioni o limitazioni che il medico competente può stabilire. Le visite e gli accertamenti, anche ai fini della valutazione della riammissione al lavoro del dipendente, devono essere posti in essere dal medico competente o da altro personale sanitario, e, comunque, nel rispetto delle disposizioni generali che vietano al datore di lavoro di effettuare direttamente esami diagnostici sui dipendenti.

Con l’occasione si ricorda che le imprese associate possono contattare lo Sportello Privacy (tel. 02.88129532 – cell. 331.6316628 – mail s.acerbi@assimpredilance.it) per ricevere una consulenza personalizzata nonché ricevere indicazioni sulle convenzioni attive in materia di adeguamento privacy GDPR, anche con riguardo all’aggiornamento delle policy aziendali per i rischi da Covid-19.

 


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