Ritenute fiscali negli appalti: chiarimenti sul raggiungimento del requisito del 10% dei versamenti registrati in conto fiscale in caso di split payment e reverse charge

L’importo soggetto a split payment e reverse charge, anche se non confluisce nel conto fiscale dei pagamenti effettuati dall’impresa, è conteggiato quale “Iva teorica” nella soglia dei versamenti registrati in conto fiscale al fine del raggiungimento del requisito del 10%.

Suggerimento n.127/24 del 6 marzo 2020


Come è noto, il regime di controllo delle ritenute fiscali negli appalti e subappalti introdotto dall’articolo 4, D.L. 124/2019 non trova applicazione qualora l’impresa esecutrice comunica al committente, allegando la relativa certificazione, di non aver iscrizioni a ruolo per importi superiori ad euro 50.000, di essere in attività da almeno tre anni e in regola con gli obblighi dichiarativi, di aver eseguito nel corso dei periodi di imposta cui si riferiscono le dichiarazioni dei redditi presentate nell’ultimo triennio complessivi versamenti, registrati nel conto fiscale, per un importo non inferiore al 10 per cento dell’ammontare dei ricavi o compensi risultanti dalle dichiarazioni medesime.

Tuttavia, il parametro dei versamenti registrati nel conto fiscale non inferiore al 10 per cento risulta un obiettivo di difficile raggiungimento per le imprese edili che applicano il meccanismo dello split payment e del reverse charge. In tali casi, l’Iva è versata direttamente dal committente del servizio il quale assume la qualifica di soggetto debitore di imposta e, pertanto, l'importo non confluisce nel conto fiscale del prestatore.

Al riguardo, con risposta all’interrogazione parlamentare n. 5-03727 del 4 marzo, il Ministero dell’Economia e delle Finanze riconosce che gli importi corrispondenti all'Iva da split payment e reverse charge, anche se non confluiscono nel conto fiscale dei pagamenti effettuati dall’impresa, possono essere conteggiati quale “Iva teorica”, ai fini del calcolo della soglia dei versamenti.

L’orientamento espresso con tale interrogazione dovrebbe trovare riscontro a breve in un pronunciamento dell’Agenzia delle Entrate.


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