COVID-19: Sanificazione di strutture non sanitarie

Una circolare ministeriale fornisce significative indicazioni per l’attuazione di misure contenitive del contagio da COVID-19 attraverso procedure di sanificazione di strutture non sanitarie (superfici, ambienti interni) e abbigliamento.

Suggerimento n. 442/107 del 29 maggio 2020


Con la circolare del 22 maggio 2020 n. 17644, il Ministero della Salute ripercorre gli aspetti principali dell’attività di sanificazione - definita come il complesso di procedimenti ed operazioni di pulizia e/o disinfezione e mantenimento della buona qualità dell’aria - di ambienti, superfici, indumenti e tessuti. Nel rimandare alla lettura della circolare stessa per gli aspetti di dettaglio, si evidenziano di seguito i contenuti principali:

  • se il posto di lavoro, o l'azienda non sono occupati da almeno 7-10 giorni, per riaprire l'area sarà necessaria solo la normale pulizia ordinaria, poiché il virus che causa COVID-19 non si è dimostrato in grado di sopravvivere su superfici più a lungo di questo tempo neppure in condizioni sperimentali;
  • in seguito ad una attenta valutazione del contesto, la maggior parte delle superfici e degli oggetti necessiterà solo di una normale pulizia ordinaria;
  • interruttori della luce e maniglie delle porte o altre superfici e oggetti frequentemente toccati dovranno essere puliti e disinfettati utilizzando prodotti disinfettanti con azione virucida, autorizzati dal Ministero della salute per ridurre ulteriormente il rischio della presenza di germi su tali superfici e oggetti (ad esempio maniglie delle porte, interruttori della luce, postazioni di lavoro, telefoni, tastiere e mouse, servizi igienici, rubinetti e lavandini, schermi tattili);
  • i prodotti utilizzati a scopo di disinfezione devono essere autorizzati con azione virucida come PMC o come biocidi dal Ministero della salute, ai sensi della normativa vigente. Si richiama l’importanza di verificare l’efficacia virucida sull’etichetta del prodotto;
  • bisogna indossare sempre guanti adeguati per i prodotti chimici utilizzati durante la pulizia e la disinfezione, ma potrebbero essere necessari ulteriori dispositivi di protezione individuale (DPI, specie per i prodotti ad uso professionale) in base al prodotto;
  • è necessario definire una procedura, registrare, informare, stabilendo una corretta sequenza delle operazioni.

 

Da ultimo, la circolare in parola chiarisce, con riguardo alle procedure di sanificazione riconducibili a ozono, cloro attivo generati in-situ, perossido d’idrogeno applicato mediante vaporizzazione/aerosolizzazione che tali procedure di sanificazione, non sono assimilabili a interventi di disinfezione. Queste sostanze generate in situ non sono autorizzate come disinfettanti, e quindi attualmente non possono essere utilizzate in attività di disinfezione: solo al termine di una valutazione eventualmente positiva da parte dell’Autorità sanitaria di idonea documentazione tecnico scientifica che ne dimostri l'efficacia e la sicurezza, si potranno definire sostanze disinfettanti e si potranno autorizzare sistemi di generazione in-situ.

Pertanto, tali procedure possono essere utilizzate per finalità di sanificazione, intesa in questo caso come il complesso di procedimenti e operazioni atti a rendere sani determinati ambienti mediante la pulizia - si noti bene, NON la disinfezione - e il controllo e il miglioramento della qualità dell’aria.

Le procedure di utilizzo delle sostanze sanificanti possono essere complementari a procedure di pulizia e ottimizzazione ambientale, o essere integrate con attività di disinfezione.

In questo ultimo scenario, la procedura di sanificazione deve prevedere la preventiva disinfezione diretta delle superfici esposte secondo il seguente ordine: pulizia, disinfezione diretta delle superfici esposte con disinfettanti autorizzati, trattamento di sanificazione con sostanze generate in situ a completamento ed ottimizzazione delle procedure di pulizia e disinfezione, adeguata areazione dei locali.


Referenti

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Tags: Coronavirus